Addio Clèment, Il loro odio non ci fermerà!

Manifestazione in ricordo di Clèment Mèric
La morte di Clément Méric, giovane militante della sinistra e dei diritti lgbt, aggredito e ucciso da un gruppo di neofascisti, sta squotendo la Francia e l'Europa intera. Un'ondata di omofobia di ritorno generata da mesi di manifestazioni conto il "Matrimonio per tutti"? E questo quello che si chiedono in molti. Il fatto è che in Francia come in molte parti d'Europa la crisi economica e sociale si sta scaricando sui classici capri espiatori di sempre, come le persone LGBT, gli immigrati, gli zingari, le sinistre; quest'ultime colpevoli di voler distruggere la società europea e la Famiglia tradizionale, quella che per alcuni e solo tra uomo e donna. Il fronte anti matrimonio gay, sconfitto dal voto definitivo della Camera., non si rassegna al giusto avanzare della civiltà verso la parità di diritti per tutti i cittadini, per questo continua ad alimentare un clima d'odio non più sopportabile. Il 21 Maggio scorso, lo scrittore di estrema destra Dominique Venner, si suicidò in modo plateale dentro la Cattedrale di Notre Dame di Parigi, motivando il gesto come protesta verso il degrado della socità francese ed europea, islamizzata e omosessualizzata. Venner è diventato così, il simbolo, il martire di tutti i gruppi neofascisti e di estrema destra europei, che anche in Italia dedicano a lui, striscioni e frasi di ricordo, messe provocatoriamente spesso in prossimità di scuole, circoli o altri luoghi frequentati dalla comunità lgbt. 
Da quando in Francia è cominciato il dibattito pubblico e la lotta sociale fra una concezione che vuole una società inclusiva ed aperta e una che vuole cittadini discriminati e senza diritti, gli episodi di intolleranza anche violenti si sono moltiplicati.
Persone e coppie gay aggredite a Parigi, bar frequentati da gay presi d'assalto a Lille e tanti altri numerosi casi, avvenuti per emulazione nel resto d'Europa.
Giugno è vissuto in tutto il mondo come il mese nel quale la comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender festaggia il "Pride", L'Orgoglio, quell'orgoglio cominciato nella notte tra il 28 e il 29 giugno 1969, quando gli avventori del bar "Stonewall" si ribellarono all'ennesimo sopruso di polizia.
Da allora la comunità non vuole più nascondersi e va avanti come una locomotiva verso il pieno riconoscimento della dignità e dei diritti. Non saranno di certo quattro fascisti, seppur violenti a fermare la storia. Come dice un ironico e simpatico slogan coniato da alcuni movimenti lgbt:
"Se la paura ti arma, la frocia ti disarma"

Zeno Menegazzi

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